La Milano21 Half Marathon ci dice che… tantissimi runners hanno invaso le strade della città in una grigia domenica meneghina. Noi abbiamo fatto il tifo, niente medaglia al collo per questa volta, ma ogni tanto è bello così. Purtroppo però ci siamo convinte ancora una volta, sempre di più, che Milano non sappia stare al gioco dello sport. Bagaglio a mano e pettorale per la 21km di Berlino già acquistato, sapete perché?

Il rispetto dello sport

Nel mio vissuto di atleta ho imparato il rispetto che si deve a chiunque faccia sport e faccia fatica.
Il ritmo del running è davvero un concetto relativo, ognuno ha il suo, ognuno ha il proprio traguardo da raggiungere e ognuno ha la propria voglia di mettersi in gioco. La fatica non è solo uno stato fisico, è uno stato mentale e chi decide di correre deve farci sin da subito i conti.

La Milano che non mi piace: scena tipo

Che cosa succede a Milano quando c’è una gara su strada? La città va in panico e le persone fanno del loro meglio per esibire il loro peggio. Purtroppo, anche ieri abbiamo assistito a delle scene impietose nei confronti dei partecipanti della 10 e della 21 km.

Vi descrivo una scena tipo: automobilista infuriato perché non può passare per una via in cui stanno transitando i runners, lui non ha un attimo da perdere perché la sua vita evidentemente dipende da quel passaggio bloccato.

Che cosa accade? I runners subiscono gli insulti (e i clacson) senza stupirsi più e i pedoni danno ragione ai poveri automobilisti e attraversano la strada spazientiti che “basta, con queste maratone!”, perché per loro sono tutte maratone, anche le corse da 5km.

Risultato: nessun rispetto per quelli veloci così come per quelli lenti. Se non altro c’è molta democrazia in tutto questo.

La soluzione è correre all’estero?

Forse sono io che sbaglio a lamentarmi, perché con il running a Milano è da sempre così e le cose sembrano non cambiare. Magari non peggiorano, ma nemmeno migliorano. Avevamo già trattato questo tema in un altro articolo del nostro MAG e la Milano21 Half Marathon di ieri purtroppo ci ha offerto una nuova occasione per ribadire questo concetto.

Sì, sì e ancora sì, correre all’estero è più bello, più entusiasmante, più coinvolgente (ad eccezione dell’immagine sopra che mi ritrae alla DeeJay ten di Milano e che contraddice le mie ultime affermazioni, ma è un’eccezione per l’appunto).

Dove correremo nel 2019?!

Sicuramente ad aprile saremo a Berlino per la mezza maratona, ma ci piacerebbe correre anche a Valencia, Madrid, Lisbona o perché no Praga! Forse però ho trovato il compromesso per uscire da questo modo di pensare.

Passione trail running

Il compromesso per correre in Italia si chiama trail running, dove di automobilisti e cafoni a piedi non c’è traccia. Io, Paola e Nicole ci siamo seriamente innamorate dei trail (vi ricordate della Utlo Women Trail?) e dello spirito che si respira durante queste gare, merito anche dei paesaggi che variano e della libertà incondizionata che si prova ad ogni passo.

Voi avete corso ieri? Avete sentito il nostro tifo? Eravamo tra quelli che facevano più casino, con la musica nelle casse, i coriandoli e i megafoni. Quanto può essere divertente partecipare ai cheering point dei Red Snakes Milano ancora non lo sapete.

Ma soprattutto percepite anche voi il running a Milano come lo percepiamo noi?

Curiosità sulla Milano21 Half Marathon

La Milano21 Half Marathon di ieri mattina è solo alla sua seconda edizione, ma è anche la seconda mezza maratona che si può correre a Milano oltre alla StraMilano. Forse questo è di per sé un segno di miglioramento, in fondo ai milanesi piace correre e da qui parte il cambiamento. Go runners!

L’arte di correre e di scrivere
Utlo Women Trail: il racconto del nostro primo trail