Valencia è il mio grande sogno infranto. Erano anni che pensavo alla maratona, rimandando e attendendo il momento perfetto. Avevo messo tutta me stessa in questo percorso, riscoprendo la voglia dimenticata di correre per un traguardo, ma più di ogni altra cosa per me stessa. Poi l’infortunio e “l’ossessione” di recuperare. Oggi le pagine del nostro magazine si colorano di un nuovo racconto su che cosa significhi davvero maratona.
Diario di maratona: il sogno infranto
Sognare è sempre stato per me una fonte inesauribile di ispirazione per creare, scrivere, dar forma ai miei progetti. Partire da un sogno ad occhi aperti è stata la mia strada sin da bambina: desiderare di vincere un campionato italiano di atletica, si concretizzava nell’allenamento quotidiano, nel costruire autostima e la voglia di vincere, nel credere oltre l’immaginabile.
La notte custodisce lo scrigno dei nostri sogni, dove possono maturare liberamente e seguire strade favolose per poi fare ritorno: materia pronta a realizzarsi.
Si cresce, si cambia, ma non si smette di sognare: per un lavoro meritevole, per un per sempre, per una casa vista mare, per una maratona.
Diario di maratona: il sogno infranto ha un significato
Inutile girarci intorno. Valencia è il mio grande sogno infranto e come tutte le speranze disilluse scotta. Uno strappo di 4 mm ha deciso per il mio ritiro, nonostante ci abbia creduto fino all’ultimo e abbia pensato di potermi riprendere in tempo per la gara. Il sentimento che mi accompagna in queste settimane è molto distante da me, ma lo sto provando e non posso farci niente.
Provo una piccola, sana e non competitiva invidia nei confronti di che correrà domenica prossima la maratona.
Questa sensazione che mi perseguita ha un significato e un flusso da seguire. La sto vivendo in modo quasi terapeutico, lasciando che si sfoghi e trasformi il suo valore educativo. Non voglio credere che Valencia non fosse nel mio destino, ma voglio accettare che sia andata come non avevo previsto e proprio l’imprevisto mi insegna che accogliere i cambiamenti è un atto senza rancore.
Il valore educativo
Correre è così, scatena in noi costanti palpitazioni e irrefrenabili ambizioni. Non partecipare alla maratona di Valencia e essere ugualmente lì a tifare è un contrasto emotivo, ma rappresenta tutto il valore educativo che questa esperienza mi sta già dando: supportare le mie amiche nei loro allenamenti e fare il tifo per loro, sapere che conquisteranno quella medaglia e gioirne con loro, rimettermi in gioco e sognare ancora più in grande. Il mio sogno non resterà infranto, sta solo maturando nel suo scrigno.
Curiosità su Diario di maratona: il sogno infranto
Mentre io mi dispero per Valencia, Isabella e Nicole non vedono l’ora di tagliare il traguardo. Preparare una maratona non è proprio un percorso idilliaco e ve lo racconteremo presto. Ma c’è molto di più da sapere, anche cose belle! In bocca al lupo gazzelline: tra una settimana Valencia sarà vostra!